Collana: L’Uomo
Seconda edizione, Firenze 2009
ISBN 978-88-95473-04-8
Pagine 240
€ 22,00
Per molti di noi la vita moderna è una corsa sfrenata in cui tentiamo di soffocare i sentimenti cupi, che incombono sulla nostra esistenza. Per bloccare l’emergere di questi livelli nascosti d’esperienza, ci lasciamo prendere dalla violenza, dal sesso e dai mass media; diventiamo schiavi dell’alcol, delle droghe e del potere; lottiamo, in modo compulsivo, in cerca di affetti, di successi e controllo. Tutto questo, secondo gli autori, è riconducibile alla ferita originaria – un cupo spettro d’isolamento, d’abbandono e alienazione che tormenta l’esistenza umana.
Questa prima ferita è il risultato di una violazione che tutti subiamo, ad iniziare dalla prima infanzia e attraverso l’intera esistenza. Siamo trattati non come individui, come esseri umani unici, ma come oggetti, e quindi il nostro intrinseco, autentico senso del sé viene annientato. Questa ferita originaria spezza la connessione fondamentale che forma il tessuto dell’umana esistenza; la relazione con noi stessi, con gli altri, col mondo naturale, e con un senso di significato transpersonale di cui il Divino, la Radice dell’Essere e la Realtà fondamentale rappresentano i simboli.
In questo libro, Firman e Gila applicano la teoria di relazione oggettuale, la psicologia del sé, la psicologia transpersonale e la psicosintesi alle tematiche di ferita psicologica, guarigione e crescita, e ci mostrano come sanare queste ferite con la terapia e con un diverso stile di vita.
Recensioni
“Firman e Gila integrano materiale rilevante, attingendo a diversi indirizzi psicologici, e lo ampliano con un tocco personale. La Ferita Primaria fornisce una descrizione dotta – comprensibile al profano colto – di alcune delle dinamiche centrali della ferita psicologica da una prospettiva molto ampia, scendendo nelle profondità dell’anima, fino ad esplorare la relazione con il Divino. Non c’è molto a disposizione sull’argomento e nel campo della psicologia traumatica”.
“Nella pratica clinica, la concezione psicosintetica di Firman e Gila si traduce in un metodo che potremmo chiamare di psicoterapia empatica, centrato (più che sulle tecniche) sul livello di formazione umana e spirituale del terapeuta, che col suo sguardo amorevole ed un atteggiamento materno-protettivo instaura col paziente una specifica relazione intima, il cui scopo è la cura delle ferite, mano a mano che affiorano e vengono alla luce nell’ambito di tale relazione”.